giovedì 11 novembre 2010

Merce scaduta



In principio la parola rottamazione fu applicata alle automobili: ci si poteva disfare di quella vecchia, rottamandola, in cambio di un bonus per i nuovi modelli. Dagli oggetti poi si passò alle persone. I dirigenti della pubblica amministrazione o di aziende private messi fuori prima del tempo venivano definiti rottamati e, per analogia, ogni persona diventò un inanimato oggetto da rottamare.
Il salto era fatto. Senza accorgersene, il linguaggio corrente esprimeva un certo senso comune, con una cinica quanto leggera normalità. La parola rottamazione, di per sé brutta, diventò cattiva.
Da quel momento iniziò una vertiginosa escalation. Si pensò, innazitutto, di rottamare le più inutili tra le persone: i vecchi. Subito dopo vennero disabili e zingari. Non bastando, si decise poi di passare a padri e madri, anch'essi residuo inutile, quindi a fratelli e sorelle maggiori. Nel frattempo le trasmissioni tv esaltavano corpi sempre più giovani, carne sempre più fresca - di donne, naturalmente - e chi aveva trent'anni faceva largo uso di prodotti chimici, operazioni chirurgiche ed altro per sfuggire alla rottamazione, cosicché il mercato in crisi crebbe con nuovi profitti. Parallelamente nel vocabolario furono soppresse vetuste parole: affetto, sapere, gratitudine, crescita, conoscenza (da scambiarsi), relazioni (tra generazioni).
Più che giovani, tutti erano improvvisamente diventati merce scaduta. Da rottamare.

foto di marco menu da flikr

lunedì 8 novembre 2010

Da solo non ti salvi: giovani NON+

Per denunciare la condizione lavorativa di tanti giovani, pochi giorni fa è apparso www.giovanidispostiatutto.it con annunci che - purtroppo - assomigliano a quelli veri.
Dopo pochi giorni il sito è diventato www.nonpiu.it e dalla denuncia si è passati all'azione: "Aiutaci a diffondere gli stickers dei NON+ …appendili sopra agli annunci di lavoro degradanti, davanti al tuo ufficio, alla tua università, nelle piazze dovunque tu voglia lasciare un segno!"

Qui sotto sviluppo grafico e testo di una efficace campagna sociale sotto forma di guerrillia marketing.



Da solo non ti salvi!
La storia di Giovani Disposti a Tutto è la storia della nostra generazione e della sua precarietà.
Quella di annunci di lavoro così incredibili da stare esattamente sul confine tra il tragico e il ridicolo, per i quali nessuno ha mai davvero pubblicamente riso, né si è mai davvero disperato.
Le centinaia di commenti e reazioni arrivate nel sito hanno raccontato una storia di prospettive mancate, speranze deluse, promesse tradite. Tutte vissute in solitudine.
Sei solo davanti ad un annuncio di lavoro degradante.
Sei solo quando ricevi la solita risposta al tuo curriculum.
Sei solo quando ti vogliono convincere che stai facendo uno stage altamente formativo.
Sei solo davanti al datore di lavoro quando firmi l’ennesimo contratto truffa.
Sei solo quando ti comunicano che sei stato bravo ma purtroppo non servi più e il tuo contratto non sarà rinnovato.
Sei solo quando l’INPS ti spiega che non avrai alcuna indennità di disoccupazione.
Sei solo quando paghi un affitto in nero per una casa indecente.
Ma siamo in tanti a subire tutto questo. Ogni giorno.
Siamo in tanti a passare dallo stesso annuncio, dallo stesso stage, dalle stesso contratto truffa, dallo stesso datore di lavoro, dallo stesso ufficio INPS, dalla stessa casa indecente




il messaggio dei giovani NON+
E se per un giorno, per una settimana, per un mese provassimo ad essere Giovani NON+ disposti a tutto?
Se lo fossimo tutti insieme e nello stesso momento?
Se provassimo a raccontare la storia della nostra generazione attraverso gli annunci di lavoro degradanti ma anche attraverso tutti i nostri desideri traditi?
Se raccontassimo un Paese diverso all’altezza delle nostre competenze, delle nostre energie, della nostra creatività, nel nostro coraggio?
Chi fa parte della nostra generazione individualistica ed atomizzata e’ sempre stato disposto a tutto. A troppo.
Adesso siamo giovani NON + disposti a tutto.
Perché ormai abbiamo capito che da soli non potremo cambiare la nostre vite.


giovedì 4 novembre 2010

Glasnost



Ad un anno dall'attivazione di Google Analytics (1 novembre 2009) ecco le statistiche per sapere quanti siete a dare un'occhiata a questo blog.

In questi 365 giorni red-un'altra vita ha avuto:
- 6.121 visitatori unici assoluti
- 12.326 visite (in media 33 visite al giorno)
- 17.625 visualizzazioni di pagine interne
- 1'26'' di permanenza media
- 49,43% di nuove visite


Nessun confronto con niente: sono solo manciate di coriandoli.



La Roux - Bulletproof (Glasnost Remix)

domenica 31 ottobre 2010

The Promise, la disillusione



Bruce Springsteen è a Roma in occasione della proiezione del documentario "The Promise: the making of 'Darkness on the edge of town'", ispirato alla lavorazione dell'album "Darkness on the edge of town", pubblicato nel giugno 1978. "The promise", come "Because the night", faceva parte di quelle sessioni, ma non fu inserita nell'album.
Non ci importa quasi nulla dello smunto festival del cinema di Roma e neanche tanto dell'operazione commerciale prevista per metà novembre. Ma la canzone che dà il titolo a questo documentario narra come poche l'essenza di Springsteen, il sogno americano e la disillusione. Qui è proposta in una versione originale in b/n (il video è pò alterato) ed in una successiva del 2000 con traduzione in italiano.





Springsteen su red-un'altravita:

giovedì 28 ottobre 2010

Gratitudine


clicca sulla foto per ingrandirla (foto G.Borla)

Si è quasi perso il linguaggio dei fiori, quello che attribuiva a ciascuno di essi un significato. Rimangono la passione con la rosa e la purezza del giglio. Buoni per i fiorai e poco più.
Si è quasi perso il valore senza tempo della gratitudine, rappresentato da alcuni fiori tra cui la campanula. In una terra arida a maggior motivo è apprezzabile. Andrebbe coltivato.


Grazie alla vita (1966) Violeta Parra

La canzone di Violeta Parra è un inno alla vita, uno dei più belli scritti e cantati. Qui piace interpretarla sotto il segno della gratitudine per la vita che in sorte abbiamo avuto.
...
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il passo dei miei piedi stanchi
con loro ho attraversato città e pozze di fango
lunghe spiagge vuote, valli e poi alte montagne
e la tua casa e la tua strada e il tuo cortile
...
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto
così io distinguo la buona o brutta sorte
così le sensazioni che fanno il mio canto
grazie alla vita che mi ha dato tanto

domenica 24 ottobre 2010

La memoria stessa avremmo perso con la voce


la foto è di questi giorni, clicca sopra per ingrandirla

"... Né si infierì solo sugli autori, ma perfino contro i loro libri: i triumviri ebbero infatti l'ordine di bruciare nel comizio e nel foro gli scritti esemplari di quei chiarissimi ingegni. Evidentemente con quel fuoco si pensava di cancellare la voce del popolo romano, la libertà del senato, la coscienza del genere umano, dopo aver cacciato in esilio i maestri di sapienza e bandito ogni forma onorevole di cultura, perché in nessun luogo si presentasse più davanti agli occhi qualche traccia di dignità morale. Abbiamo dato davvero grande prova di tolleranza e, come tempi ormai passati hanno espresso nelle forme più piene cos'è la libertà, così noi cos'è la servitù, dato che per mezzo dei delatori ci è stata tolta la possibilità di parlare e di ascoltare. La memoria stessa avremmo perso con la voce, se fosse in nostro potere dimenticare come tacere
."
"Agricola" (98) Tacito



Nel film di Francois Truffaut "Fahrenheit 451" (tratto dal romanzo di Roy Bradbury) i libri sono proibiti, i pompieri servono solo per appiccare enormi roghi e trasformare ogni pagina in cenere, la popolazione è incollata all'onnipresente schermo televisivo. Ma uomini e donne resistenti imparano a memoria i libri per trasmetterli al futuro.

domenica 17 ottobre 2010

Non vogliamo essere subito già così senza sogni



"Siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così senza sogni."
Pier Paolo Pasolini


"A Pà" (1985) Francesco De Gregori

"E voglio vivere come i gigli nei campi
e come gli uccelli nel cielo campare
e voglio vivere come i gigli nei campi
e sopra i gigli e nei campi volare"

(Pier Paolo Pasolini / Vangelo secondo Matteo)

Pasolini in altri post
da aprile . che cosa sono le nuvole . l'omologazione consumistica

mercoledì 13 ottobre 2010

Parapensionati



"Dalle prossime settimane, tramite il sito dell’Inps, anche i precari conosceranno l’ammontare dei contributi versati. Non potranno invece conoscere la loro pensione futura, come accade ai colleghi con il posto fisso. Un difetto del computer? No, una misura di ordine pubblico, ha ammesso con amara ironia il presidente dell’ente previdenziale: «Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale». E questo perché i para, anzi i paria-subordinati sono attesi da un assegno mensile molto inferiore al minimo. Non è gentile sbatterglielo in faccia, e per giunta con così largo anticipo. Si teme di demoralizzare il paziente o di procurargli un’ulcera. Peggio: di mettergli in corpo il desiderio di farla venire agli altri. Meglio procedere a una bella anestesia totale..."
Massimo Gramellini, La Stampa, 7 ottobre 2010 l'articolo completo

sabato 9 ottobre 2010

You may say I am a dreamer...


Imagine (1971) John Lennon il testo

sabato 2 ottobre 2010

Edward, la solitudine della diversità


Una fiaba dark ambientata in un ambiente volutamente stereotipato, per narrare in forma di metafora purezza, gentilezza e soprattutto solitudine della diversità.
Dalla creatività di Tim Burton, con Johnny Deep, Winona Ryder, Vincent Price.


"Edward mani di forbice" (1990) Tim Burton