lunedì 31 maggio 2010

Migranti, grazie.


XX secolo: emigranti italiani


XXI secolo: immigrati verso l'Italia

Il webdocumentario Una giornata italiana
racconta perchè senza gli immigrati saremmo perduti.




Il giornalista Riccardo Staglianò è autore del libro "Grazie. Ecco perchè senza gli immigrati saremmo perduti" Ed. Chiarelettere. Alcune pagine si possono sfogliare qui sotto.



Nina ci vogliono scarpe buone
pane e fortuna e così sia
ma soprattutto ci vuole coraggio
a trascinare le nostre suole
da una terra che ci odia
ad un'altra che non ci vuole.

"Pane e coraggio" (2003) Ivano Fossati

mercoledì 26 maggio 2010

Voracità e disuguaglianze

Questo post ed il precedente sono uniti da una parola: "disuguaglianza".


Ogni anno il "Rapporto sui diritti globali" è uno sguardo aggiornato sul mondo e sull'Italia. Un'opera "eversiva" l'ha chiamata qualcuno, perchè con 5oo pagine di analisi e cifre documenta la realtà. Appena uscito in libreria, le agenzie stampa lo hanno così presentato.

Le famiglie sono più povere e indebitate. Mentre la crisi colpisce strati popolari e ceti medi, i manager continuano a intascare bonus milionari.
In Italia 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese, e, fra questi, 6,9 milioni (di cui il 60% donne) possono contare su meno di 1.000 euro. Nè va meglio per i pensionati: ben 7,5 milioni guadagnano infatti meno di 1.000 euro al mese. Insomma, lavorare, nel nostro Paese, sembra non essere una protezione dal rischio di impoverimento. E’ quanto emerge dal Rapporto sui Diritti Globali 2010 dell’Associazione Società Informazione e promosso da Cgil, Arci, Action Aid, Antigone, Cnca, Fondazione Basso, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente.
In sei anni, si legge nel testo, tra il 2002 e il 2008, il reddito netto familiare ha perso ogni anno 1.599 euro tra gli operai, 1.681 euro tra gli impiegati. Nel 2009, il 10% degli occupati è sotto la soglia della povertà relativa (un dato peggiore della media dell’Unione Europea, che è dell’8%). Una povertà che si è allargata nel corso di questi anni: nel 2007 la percentuale dei lavoratori sotto la soglia della povertà relativa era, infatti, dell’8,6% e dunque, in due anni, c’è stato un incremento dell’1,4%.
Le famiglie che nel 2009 percepiscono esclusivamente redditi da lavoro sono più povere che non nel 2008 (dall’8,7 al 9,7% del totale delle famiglie povere), dato che sale al 14,5% (era il 13,9% l’anno prima) se si tratta di operai, mentre per i lavoratori in proprio si passa dal 7,9% all’11,2%, ben +3,3%. Agenzia Adnkronos

Stipendi milionari per i manager.
Secondo il coordinatore del Rapporto, Sergio Segio, "mentre la crisi brucia utili e ricchezza, impoverendo il convento, i frati sono sempre piu' pasciuti", "i manager hanno portato a casa stipendi e bonus milionari". Nell'elenco dei piu' pagati, Segio mette i manager Pirelli: 'per primo Carlo Puri Negri (ex vicepresidente esecutivo di Pirelli Re) con 14 milioni di euro, nonostante la societa' abbia chiuso l'anno con un passivo di 104 milioni; poi vengono Claudio De Conto (ex direttore generale di Pirelli) con 7,3 milioni e Marco Tronchetti Provera (presidente di Pirelli) con 5,6 milioni". Segio cita anche i top manager Fiat, nell'anno delle ristrutturazioni e degli annunci di lacrime e sangue: l'ad Sergio Marchionne, ha percepito 4 milioni e 782 mila euro, poco meno dell'ex presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo che ha incassato, sempre nel 2009, cinque milioni e 177 mila euro". Agenzia Ansa



L'introduzione al rapporto 2010 e il sito Diritti globali

In questi stessi giorni, il socialogo Luciano Gallino ha scritto su "Repubblica" un articolo anch'esso "eretico" agli occhi di certuni, descrivendo limpidamente le origini della crisi economico-finanziaria e concludendo amaramente sulle "riforme" messe in atto dai governi.



"A fine 2007 il Pil del mondo era stimato in 54 trilioni di dollari; per contro gli attivi finanziari globali ammontavano a più di 240 trilioni, cioè più di quattro volte tanto. Ciò significa che il mondo arriva a produrre, in media, appena 150 miliardi di dollari al giorno, mentre il sistema finanzario può mobilitare ogni giorno parecchi trilioni di dollari per influire sui beni ed i servizi che esso produce, sul modo in cui sono distribuiti, sul loro prezzo. Nessuna economia - nemmeno quella Ue, la più grande del mondo - può reggere a lungo una situazione del genere...

... le riforme “lacrime e sangue” che sono state imposte alla Grecia e presto ad altri stati - dove riforme vuol dire tagli a pensioni, salari, servizi sociali, sanità, scuola - hanno tutta l´aria di provviste che gli abitanti della fortezza sull´orlo dell´inedia lanciano ai pasciuti assedianti, illudendosi che si convincano a levare l´assedio."

L'articolo
completo "Riformiamo la finanza per salvare l'economia".

sabato 22 maggio 2010

Effetto domino e i poveri cristi

"This too shall pass" (2010) Ok Go

Strabiliante effetto domino, ispirato alla macchina di Rube Goldberg. Questo video in poche settimane è stato visto da milioni di individui.

I ripetuti crash, nella seconda parte del video, fanno pensare a quanto accade oggi: la crisi finanziaria sta producendo a catena i suoi rovinosi effetti. Alla fine, incolpevoli persone - le più deboli - perdono il lavoro, vedono tagliate le risorse per i servizi sociali, subiscono la distruzione di legami umani. Esse pagano, due volte e ingiustamente, i guasti creati da speculatori che proseguono ad arricchirsi, coperti dalle classi dirigenti degli Stati che non si decidono a cambiare registro nemmeno sull'orlo del baratro.


"Alors on danse" (2009) Stramae, video 2010

Un brano dance-rap, tormentone in testa alle classifiche, cantato in francese dal belga Stramae con uno stile stanco, depresso per quello che gli viene detto dalla gente e per i problemi di tutti i giorni (lavoro, relazioni sociali e rapporti sentimentali, pasticche di ecstasy). Stramae nella canzone trova un pò di consolazione - "allora cantiamo, allora balliamo" - ma è solo una parentesi.

lunedì 17 maggio 2010

18 maggio, Menina estas à janela


foto di vida de vidro da flickr - clicca sulla foto per ingrandirla

La bellissima "Menina estas à janela" vale un'eccezione: a distanza di un anno viene riproposta in più versioni e dedicata (anche) a chi visita red-un'altra vita.
L'occasione è il 18 maggio.




Sopra, nel widget, la versione di Daniele Sepe per la voce di Auli Kokko.
Sotto, la versione originale del cantautore portoghese Vitorino, e quella rockeggiante degli Uhf, band lusitana.


Interpretata dal suo autore Vitorino (l'audio è un pò basso)


Versione rock del gruppo UHF


foto di jaime.silva da flickr - clicca sulla foto per ingrandirla

martedì 11 maggio 2010

Perchè scompaiono le panchine


benoit_d da flickr, clicca sulla bellissima foto per ingrandirla

«La panchina è un luogo di sosta, un’utopia realizzata. È vacanza a portata di mano. Sulle panchine si contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti e ci si dà il tempo di perdere il tempo, come leggere un romanzo.»
Beppe Sebaste


"Les amoureux des bancs publics" (1954) Georges Brassens Il testo


"Les amoureux des bancs publics", nella strabiliante versione di Daniele Sepe, con banda, incursioni in altri brani e la voce di Auli Kokko.

In questo tempo le panchine pubbliche sono pericolose. Lo ha stabilito un'impercettibile autorità che ha impartito alcuni precetti.
Bisogna correre, guai a chi si ferma a meditare. Tutto deve essere a pagamento, la sosta ristoratrice gratuita è sostituita da consumazione, veloce, al bar. Incontrarsi su una panchina potrebbe far venire strane idee, meglio stare da soli e chiusi in casa. Le occupano clochard e immigrati, dunque vanno abolite per abolire clochard e immigrati.

"Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne" Ed. Laterza

Di Beppe Sebaste, autore del libro, il piacevolissimo articolo Sulle panchine, elogio delle panchine pubbliche e puntuale denuncia dei loro assassini.

Il blog mimancachiunque difende il valore della panchine pubbliche suggerendo questi link:
- bancs publics

domenica 9 maggio 2010

Sette_mila x dieci_mila


clicca sulla foto per ingrandirla

In settimana Google Analytics ha fatto sapere che dallo scorso novembre ad ora le pagine di questo blog sono state sfogliate oltre diecimila volte.
Nei circa sei mesi di monitoraggio (2 novembre 2009-8 maggio 2010) red-un'altra vita ha avuto:
- 7.004 visite;
- 10.149 visualizzazioni di pagine;
- 3.716 visitatori unici assoluti;
- 37 visite medie giornaliere.
Grazie per la frequentazione di un'altra vita: suggerita, casuale, ricercata.

"Music for a found harmonium" (1984) Penguin Cafe Orchestra

visite e visitatori del 13.01.2010

mercoledì 5 maggio 2010

Tre euro e mezzo all'ora, happy hour



Tre euro e mezzo all'ora, happy hour
di Egilde Verì

Happy hour. Così lo chiamano. Eppure per qualcuno, il momento dell'aperitivo, di felice non ha proprio nulla. Ore 18. Siamo a Roma, in uno dei tanti bar a pochi metri da San Pietro. Decine di bicchieri fanno avanti e dietro sui vassoi, dallo stereo sale l'ultimo motivetto di Irene Grandi, sui tavolini si ammassano calici vuoti, sandwich smezzati, rovine di sigarette e tovaglioli. Qui un aperitivo costa cinque euro, una coppa di gelato quattro e cinquanta, un cameriere tre euro e mezzo all'ora. Niente tasse, niente contributi.
Tutto è iniziato una decina di giorni fa. Sulle pagine di Porta Portese trovo quest'annuncio: «Cameriera di bella presenza per servizio ai tavoli per bar tavola calda zona Roma centro». Telefono al numero indicato e poche ore dopo mi presento in viale Giulio Cesare. Ho 30 anni, dico, sono laureata, giornalista e ho bisogno di un lavoretto part time. Il titolare chiarisce le condizioni: la prima settimana è di prova e sarà regolarmente retribuita, la paga ammonta a duecento euro. Vengo ricontattata quarantott'ore dopo. I cinque giorni di training , mi viene detto, saranno per forza di cose full time, dalle 14 alle 10.30. Accetto.
Inizio così le mie otto ore e mezza di apprendistato al mestiere di cameriere. Subito mi vengono spiegate le regole d'oro di questo locale che è anche gelateria, pasticceria, gastronomia, cocktail e wine bar. Primo: è un posto molto raffinato, quindi non lesinare sorrisi e gentilezze. Secondo: l'happy hour è il momento clou della giornata per cui dalle 18 alle 21 è vietato sedersi. Terzo: i clienti sono piuttosto chic e in buona parte abituali per cui è bene coccolarli imparando i loro gusti in fatto di zucchero e di schiuma sul caffè. E in effetti è un susseguirsi di avvocati, dottori e cravatte d'ogni tipo, salutati a gran voce e accolti come il figliol prodigo. Tra questi habitué, qualcuno, cellulare alla mano, mi chiede di chiamargli un taxi o di accendergli la sigaretta.
Nel frattempo, un giovane filippino, blindato dentro la cucina, inforna pizzette e stuzzichini. La temperatura è sopra i 40° e lui gronda sudore. «Lavoro qui dall'alba», mi racconta. In tre giorni non l'ho mai visto uscire dal laboratorio e mai andare via prima delle sei del pomeriggio. Jimmy non è il solo a fare la sauna accanto ai forni. Con lui un connazionale lava quantità incalcolabili di piatti e posate.
Io faccio la spola, con il vassoio in mano, tra i tavoli all'interno e quelli nel gazebo esterno. Non ho diritto a pause o esitazioni. Non appena provo a fermarmi, mi viene chiesto di pulire i vetri, spazzare la sala, svuotare i posacenere. La moglie del proprietario mi grida di «sfregare con forza i vassoi, così sono indecenti» o «pulire bene ogni angolo di pavimento» perché «la scorsa notte sono venuta a controllare». Arriva a minacciare una delle bariste di «fare un macello se trova la vetrina dei dolci ancora così sporca». Mi consolo dicendo che il lavoro è duro ma che alla fine del quinto giorno intascherò i miei duecento euro. Dopo le pulizie del terzo giorno, vengo convocata dal proprietario che, sorridendo, mi avverte che la prova può finire lì. Da domani il training tocca a un'altra ragazza. Mi allunga novanta euro e mi liquida con un «per sette giorni sono duecentodieci euro, quindi per tre la paga è di novanta». Invano provo a dire che la settimana lavorativa è di cinque giorni e che quindi di euro me ne spettano centoventi. Per lui ho solo capito male. Mi faccio due conti: ho sgobbato per tre euro e mezzo all'ora. Mai lo Statuto dei Lavoratori mi è sembrato così lontano.
da "il manifesto", 1 maggio 2010

Dopo aver letto questo articolo-testimonianza, la moda di quei beveroni con buffet di infima qualità piace ancora di meno...

domenica 2 maggio 2010

Né qua, né là: nell'acqua!


clicca sulle foto delle fontanelle per ingrandirle


"Nell'acqua" (2009) Rezophonic (Caparezza, Cristina Scabbia, Roy Paci)

La vita non è là
La vita non è qua
Né là né qua, ma nell’acqua!


Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua promuove tre referendum incentrati sull'obiettivo "l'acqua non si vende". Sul sito acquabenecomune tutte le informazioni.


Dal 1° gennaio 2010 Parigi torna ad affidare ad un operatore pubblico unico la gestione integrale del servizio idrico, dalla produzione alla distribuzione. Un articolo



Altri post su un'altra vita:
Tex e la grande sete
Oro blu


Le foto di questo post sono di Elisabetta_81
da Flickr - set "Nasoni" di Roma