"Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti." La luna e i falò (1950) Cesare Pavese
Un paese vuol dire non essere soli,
avere gli amici, del vino, un caffè.
Io sono della città;
riconosco le strade
dalle buche rimaste,
dalle case sparite,
dalle cose sepolte
che appartengono a me.
Al di là delle gialle colline c'è il mare,
un mare di stoppie, non cessano mai:
il mare non voglio più,
ne ho visto abbastanza;
preferisco una rampa
e bere in silenzio,
quel grande silenzio
che è la vostra virtù.
E in silenzio girare per quelle colline,
le rocce scoperte, la sterilità
lavoro non serve più,
non serve schiantarsi
e le mani tenerle
dietro la schiena,
non fare più nulla
pensando al futuro.
La sola freschezza è rimasta il respiro,
la grande fatica è salire quassù.
Ci venni una volta quassù
e quassù son rimasto
a rifarmi le forze,
a cercarmi i compagni,
a trovarmi una terra,
a trovarmi un paese.
Un paese vuol dire non essere soli.
E in silenzio girare per quelle colline,
le rocce scoperte, la sterilità
lavoro non serve più,
non serve schiantarsi
e le mani tenerle
dietro la schiena,
non fare più nulla
pensando al futuro.
La sola freschezza è rimasta il respiro,
la grande fatica è salire quassù.
Ci venni una volta quassù
e quassù son rimasto
a rifarmi le forze,
a cercarmi i compagni,
a trovarmi una terra,
a trovarmi un paese.
Un paese vuol dire non essere soli.
(1960) Mario Pogliotti, in ricordo di Cesare Pavese
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