domenica 31 gennaio 2010

I confini della musica

Questa è una storia italiana, minore.

Parte I Un anno fa molti navigatori italiani conoscono Grooveshark, un sito d'oltreoceano grazie al quale si ascolta musica a volontà, di qualunque genere e gratis, in streaming. Sempre a costo zero, è possibile creare playlist da pubblicare, ad esempio, su un blog - vedi Springsteen a destra. Un’alternativa a siti nel frattempo diventati a pagamento.


Parte II Il sito è così valido e in espansione che Telecom Italia annusa l'affare e si accorda con Grooveshark: nel nostro paese a luglio del 2009 il suo nome diventa Next Music. L’accordo viene annunciato da Telecom come parte di un progetto di vaste dimensioni chiamato Next open innovation, sostenuto da uno slogan di quelli giusti: “la tua musica senza confini”. A parte qualche disguido tecnico, la cosa funziona come prima, quando la musica si ascoltava su Grooveshark.



Parte III Dopo circa un mese, però, Next Music annuncia che “la sperimentazione ha registrato una larga partecipazione ed ora è conclusa”. Tradotto: il sito è bloccato, la musica è finita, perchè - si viene poi a sapere in rete - in Italia le compagnie discografiche accampano i soliti diritti d’autore e Telecom ha fatto un accordo poco chiaro con Grooveshark. Vuoi rimediare cliccando il sito originale Grooveshark.com? Niente da fare: si viene automaticamente reindirizzati su Nextmusic, cioè su un binario morto. Tutto questo accade in Italia, perché all’estero continuano ad andare su Grooveshark e qui ascoltano la musica senza problemi. Insomma, solo in Italia la musica presentata “senza confini” si ferma ai nostri confini.

* In precedenza red-un'altra vita aveva salvato qualcosa che via via verrà proposto: qui sotto la "Danza rituale del fuoco" - El amor brujo (1915) di Manuel De Falla.

giovedì 28 gennaio 2010

Lo chiamano profitto



Un estratto del film documentario "Sloi, la città degli invisibili", la storia della micidiale fabbrica che a Trento produceva piombo tetraetile: decine di lavoratori morti e migliaia di intossicati.


Un servizio sulla Eternit di Casale Monferrato, la "fabbrica del cancro". Negli stabilimenti Eternit di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) si contano più di 2.000 persone morte e 830 ammalate.

Ogni anno nel mondo 120.000 persone muoiono per colpa dell'amianto. Una vittima ogni cinque minuti. Si prevede che in Italia, tra il 2015 e il 2020, ci sarà il picco di mortalità a causa di malattie provocate dall'esposizione all'amianto.
In questa puntata di
"Blu Notte - Misteri italiani" Carlo Lucarelli indaga su questa sostanza "serial-killer", su questa silenziosa strage che in Italia ha già provocato migliaia di morti.


Il personaggio della Sergio Bonelli Editore affronta un caso particolare: una fabbrica in cui si verificano misteriosi infortuni sul lavoro. Il fumetto popolare riafferma il suo ruolo sociale e la capacità di guardare alla realtà che lo circonda. Un articolo sull'albo.

domenica 24 gennaio 2010

Rumore di niente



L'avevi creduto davvero
Che avremmo parlato d'amore?
Lo avevi creduto davvero
O l'avevi soltanto sperato col cuore?
Gli occhi oggi gridano agli occhi
E le bocche stanno a guardare
E le orecchie non vedono niente
Tra Babele e il Villaggio Globale
Babbo c'è un assassino, non lo fare bussare
Babbo c'è un indovino, non lo fare parlare
Babbo c'è un imbianchino vestito di nuovo
C'ha la pelle di un vecchio serpente
Appena uscita da un uovo
E c'è un forte rumore di niente
Un forte rumore di niente.


"Rumore di niente" (1999) Francesco De Gregori
ascoltala qui o in basso su youtube



La canzone si chiude con una lunga coda musicale che richiama Lili Marleen, la canzone antimilitarista osteggiata dal nazismo. La memoria - "babbo" - è un antidoto al rischio di "un imbianchino vestito di nuovo... un vecchio serpente" che può spuntare in mezzo al rumore di niente.



Le foto sono tratte dallo spettacolo "Stones" della compagnia teatrale israeliana "Orto-Da".
Per il loro spettacolo si sono ispirati al monumento scolpito da Nathan Rapoport alla memoria delle vittime dell’Olocausto e dei resistenti del Ghetto e posto nel 1948 all'ingresso del Ghetto di Varsavia.
Le figure del monumento, all’inizio immobili, si animano gradualmente e prendono vita attraverso i corpi/statue dei sei attori mimi rivestiti d'argilla da capo a piedi. Proiettati nel 21° secolo, i personaggi intraprendono un viaggio intimo nelle coscienze e nel tempo.


Un
video estratto dal loro straordinario spettacolo e alcune foto di primi piani in slideshow.



mercoledì 20 gennaio 2010

Wrong/Peace




"Wrong" (2009) Depeche Mode - live in Berlin


"Peace" (2009) Depeche Mode

sabato 16 gennaio 2010

Da scarti a risorsa

Nel tempo del consumismo c'è chi fa la fame;
nel tempo dello spreco c'è chi trasforma gli scarti in risorse.

All'inizio di quest'anno un'inchiesta del Corriere della Sera fa emergere l'enorme spreco di pane quotidianamente buttato via. Al di là della disputa sui dati forniti, il fatto esiste, suscita scandalo, impone di cambiare.



Scrive Claudio Magris "...Distribuire, ai milioni e milioni che non li hanno, il pane e l’acqua che ci avanzano è più arduo che viaggiare nello spazio o realizzare mutazioni genetiche; siamo capaci di trasformare radicalmente l’uomo, che presto sarà qualcosa d’altro rispetto all’umanità che conosciamo, ma non siamo capaci di dargli da mangiare e da bere. A tutto ciò si aggiunge l’iniquo sfruttamento di ogni genere perpetrato da parte di tante potenze e forze economiche ai danni del pianeta e di innumerevoli suoi abitanti. I volontari— specialmente, ma non soltanto religiosi— che nei più aspri luoghi della terra aiutano contro ogni speranza i loro sempre più numerosi fratelli in condizioni abominevoli, salvano l’onore dell’umanità, come soldati che non si arrendono, ma tutta l’umanità è seduta ai bordi di un vulcano non certo spento. Quei panini gettati via sono anche dei lapilli che attestano il ribollire della lava."
"Il pane perso nell'età dello spreco", Corriere della Sera, 6 gennaio 2010 l'articolo completo

Insieme all' inchiesta, il giornale da conto di alcune alternative: qui l'articolo "L'«ultimo minuto» per salvare il pane".



Trasformare lo spreco in risorsa, questo è l'obiettivo di Last Minute Market: un mercato dove per favorire i più bisognosi, non ci si può permettere di sprecare neppure un minuto e nemmeno un prodotto. Last Minute rende possibile il recupero delle merci invendute, che non hanno più un valore commerciale, ancora idonee per il consumo. I beni raccolti, mediante il meccanismo del dono, sono resi disponibili ad enti e associazioni che offrono assistenza a persone in condizione di disagio sociale. Il sito di lastminutemarket


Tristram Stuart è una persona del tutto normale. Fuorchè per il fatto che vive nutrendosi del cibo, ancora del tutto buono, che ogni giorno viene buttato per motivi da nulla. Con la sua prassi "estrema" vuole mandare un messaggio chiaro: stop agli sprechi. Qui sotto la sua testimonianza.



"Buon appetito!" è il titolo di un ampio servizio di Report che ha indagato lungo tutta la filiera del cibo, dall'agricoltore al consumatore, passando per intermediari e centri commerciali. La logica del profitto ha stravolto tutto: mangiamo peggio, pagando di più, facendo danni all'ambiente e sprecando molto.

mercoledì 13 gennaio 2010

Visite e visitatori


clicca sulla foto per ingrandirla

Il 1° novembre 2009 red-un'altra ha attivato Google Analytics, il servizio di statistiche sui visitatori dei siti internet, utile per quelli professionali o commerciali, uno sfizio per un piccolo blog.
I risultati essenziali nel periodo 2 novembre 2009 - 2 gennaio 2010, un arco di due mesi, sono:
- 1.896 visite, provenienti da due categorie di visitatori (il 53% nuovi e il 47% di ritorno) che hanno sfogliato 2.933 pagine;
- 30 visite al giorno, mediamente;
- 1.006 visitatori unici assoluti.
G.Analytics offre numerosi indicatori volti a migliorare varie performance (pagine viste, durata della visita, grado di fedeltà, ecc.), ma a red-un'altra vita pare già molto così.
Grazie ai mille e più visitatori, consapevoli o casuali, del periodo esaminato, a quelli di prima e a quelli che verranno.

Il primo post e quello n.100


"Ask the mountains" (1995) Vangelis/Stina Nordenstam (7:50)

domenica 10 gennaio 2010

Rosarno, Italia



Rosarno, Italia: cinquemila immigrati, pagati (quando va bene) 18-20 euro al giorno per 12-14 ore di lavoro a raccogliere agrumi, ammucchiati in ex fabbriche senza acqua e senza luce, sfruttati da imprenditori e mafiosi, dimenticati da enti locali e istituzioni regionali e nazionali.
Sono trattati come schiavi, gli sparano, si rivoltano.


In un servizio del 25 febbraio di un anno fa, la BBC documentava l'inferno di Rosarno: "vivono come animali" (da Corriere.it).


"Una stagione all'inferno" è il titolo del rapporto realizzato nel 2008 da Medici Senza Frontiere sulle condizioni di salute, vita e lavoro degli stranieri impiegati in agricoltura nelle regioni del Sud Italia.
Oltre al video il rapporto di Msf in pdf.

73 a.c. Capua, la rivolta di Spartaco

"Spartacus" (1960) Stanley Kubrick
La scena della solidarietà dei compagni di Spartacus

giovedì 7 gennaio 2010

Welcome




"Welcome" (2009) Philip Lioret - il trailer. In questi giorni nei cinema.

"Nella giungla di Calais", intervista al regista.

lunedì 4 gennaio 2010

Freccia azzurra



La befana si è ammalata, per questo si affida alle cure del suo vecchio segretario, Scarafoni, che vuole arricchirsi vendendo i giocattoli ai soli bambini ricchi, lasciando i bambini poveri a mani vuote. Ma i giocattoli non approvano e decidono improvvisamente di ribellarsi e di mettersi in viaggio da soli per trovare i propri destinatari...


"La freccia azzurra" (1996) Enzo D'Alò - in sequenza tutto il film.

Da un racconto di Gianni Rodari, con le voci di Dario Fò e Lella Costa e le musiche di Paolo Conte.
Grazie a AppleiPaul che l'ha riproposto per intero.