venerdì 25 febbraio 2011

I treni della felicità



Dal 1946 al 1952 migliaia di famiglie decisero di accogliere nelle loro case di Ancona, Ravenna, Follonica, Voltana e tante altre città delle Marche, dell’Emilia Romagna, della Toscana, una moltitudine di bambini sfortunati, provenienti dal Sud dell'Italia e vittime delle conseguenze belliche, di rivolte operaie sedate col sangue, di calamità naturali. Li chiamavano “I treni della felicità”, in verità trasportavano disperazione, lacrime e diffidenza. La felicità sarebbe arrivata più tardi, con lo sciogliersi delle paure al calore di affetti inaspettati, sorprendenti e sconosciuti. Una forma di adozione temporanea, che fece scoprire a quei ragazzi un’altra Italia. Quella dove si mangiava tre volte al giorno, dove il gelato non era di ricotta e le scarpe non bisognava più nasconderle di notte sotto il cuscino.

Un'inedita storia dell'Italia del dopoguerra. Il libro

sabato 19 febbraio 2011

Sanremo?


"Caro dottore" (2010) The Vad Vuc

Nei giorni di Sanremo su un'altravita è rimbalzata la canzone di questo gruppo folk-rock ticinese.
Ma se proprio si deve scegliere qualcosa dalla riviera ligure, allora ecco una canzone dalle sonorità perdute.


"Io confesso" (2011) La Crus + Susanna Rigacci

E se viene oscurata, clicca qui

venerdì 11 febbraio 2011

Buongiorno

"Verso un regno dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno"



"Miracolo a Milano", il capolavoro di Vittorio De Sica girato nel 1951 e tratto da un romanzo di Cesare Zavattini, è stato restaurato e riversato su digitale. Il titolo del film in origine doveva essere "I poveri disturbano", perchè, come dice il figlio Manuel, "i toni apparentemente fiabeschi in realtà contengono una carica eversiva di feroce satira sociale ancora molto attuale".
Corriere.it presenta in anteprima la scena finale restaurata, accompagnata da un articolo.

Sotto, la breve scena dove il "buongiorno" dell'umile Totò diviene addirittura una provocazione.



Qui un vecchio post.

mercoledì 9 febbraio 2011

Sfiorisci bel fiore

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"Sfiorisci bel fiore" (1965) Enzo Jannacci

C'è un fiore di campo che è nato in miniera
per soli pochi giorni lo stettero a guardar.
Di un pianto suo dolce sfiorì in una sera,
a nulla le nere mani valsero a salvar.

Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.

E un dì un bel soldato partiva lontano
fu solo per gioco che lui ti baciò.
Piangesti stringendo la fredda sua mano
lui rise con gli altri e il treno via andò.

Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.

C'è laggiù in un prato una bella dormente,
ma neanche un tuo bacio svegliarla potrà.
Morì disperata ma il viso è gaudente,
chi passa vicino di lei riderà.

Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio
che a morir d'amore c'è tempo lo sai.

C'è odore di cibo quest'oggi nell'aria
che la pioggia cancella ma presto tornerà
Qui spezzerò il mio pane e starò ad aspettare
la pelle mia nera chi mi rinfaccerà

Qui sotto un'interpretazione di F.De Gregori del 1993

venerdì 4 febbraio 2011

Non fare niente per due minuti



Per farci misurare la dipendenza da pc e rete, arriva la pagina internet Do Nothing For 2 Minutes. Il gioco è non fare niente per due minuti, non muovere il mouse e non entrare nello schermo, pena il fallimento del conto alla rovescia su tramonto e onde del mare in sottofondo. Due minuti non sono niente, ma per alcuni sembreranno un'eternità. Un articolo da Corriere.it

Forse basterebbe spegnere e uscire di casa...

martedì 1 febbraio 2011

Cigno nero



Che cos'è un "Cigno nero"? E' un evento isolato e inaspettato, che ha un impatto enorme, e che solo a posteriori può essere spiegato e reso prevedibile. Come quando gli europei, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi.
A partire da questa teoria messa a punto da Nassim Nicholas Taleb, docente americano di Scienze dell'incertezza, i potenti della Terra - non maghi o fattucchiere - cercano di anticipare gli eventi che l'umanità conoscerà nel futuro prossimo.



In questi giorni a Davos è riunito il vertice del Fondo monetario internazionale. Federico Rampini (la Repubblica) riporta la classifica dei primi cigni neri lì individuati.
"Al primo posto fra i mega-rischi secondo i potenti della terra viene lo choc da iperinflazione delle materie prime, soprattutto alimentari. Al secondo si piazza la miscela esplosiva “alta disoccupazione giovanile più Internet”: il risultato sono cento Tunisie all’orizzonte, e non soltanto nel mondo arabo. Solo al terzo posto arrivano le bancarotte sovrane, certo pericolose, però già un po’ scontate negli scenari attuali. A sorpresa, al quarto e quinto posto si piazzano invece due “choc positivi” (gli eventi definiti cigni neri sono imprevedibili e potenti, ma non necessariamente catastrofici). Questi potrebbero dare una sterzata benefica al nostro futuro: sono il pensionamento dei baby-boomer in quanto apertura di un nuovo mercato tra le “pantere grigie”; e l’impennata dei salari in Cina con tante ripercussioni favorevoli". L'articolo completo.

Quasi tutta la politica italiana, alla deriva, ovviamente neanche se ne accorge.