L'avevi creduto davvero
Che avremmo parlato d'amore?
Lo avevi creduto davvero
O l'avevi soltanto sperato col cuore?
Gli occhi oggi gridano agli occhi
E le bocche stanno a guardare
E le orecchie non vedono niente
Tra Babele e il Villaggio Globale
Babbo c'è un assassino, non lo fare bussare
Babbo c'è un indovino, non lo fare parlare
Babbo c'è un imbianchino vestito di nuovo
C'ha la pelle di un vecchio serpente
Appena uscita da un uovo
E c'è un forte rumore di niente
Un forte rumore di niente.
"Rumore di niente" (1999) Francesco De Gregori
ascoltala qui o in basso su youtube
La canzone si chiude con una lunga coda musicale che richiama Lili Marleen, la canzone antimilitarista osteggiata dal nazismo. La memoria - "babbo" - è un antidoto al rischio di "un imbianchino vestito di nuovo... un vecchio serpente" che può spuntare in mezzo al rumore di niente.
Le foto sono tratte dallo spettacolo "Stones" della compagnia teatrale israeliana "Orto-Da".
Per il loro spettacolo si sono ispirati al monumento scolpito da Nathan Rapoport alla memoria delle vittime dell’Olocausto e dei resistenti del Ghetto e posto nel 1948 all'ingresso del Ghetto di Varsavia.
Le figure del monumento, all’inizio immobili, si animano gradualmente e prendono vita attraverso i corpi/statue dei sei attori mimi rivestiti d'argilla da capo a piedi. Proiettati nel 21° secolo, i personaggi intraprendono un viaggio intimo nelle coscienze e nel tempo.
Un video estratto dal loro straordinario spettacolo e alcune foto di primi piani in slideshow.
1 commento:
bello...interessante. Ciao Red, Buona domenica.
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