martedì 13 ottobre 2015
Disconnect To Connect
Qualche anno fa è stata coniata la parola phubbing per definire "l’atteggiamento, assai poco cortese, di trascurare una persona con cui si è impegnati in una qualsiasi situazione sociale (dalla camera da letto al caffè al bar) controllando compulsivamente lo smartphone".
Il fenomeno sta tracimando.
Secondo Wired.it, che cita un'inchiesta, "non è più l’onnipresente aggeggio (lo smartphone, il tablet, lo smartwatch, quello che vi pare) a costituire una distrazione per la quale sentirsi magari pure in colpa. Tutto il contrario: è piuttosto chi ha avuto la sfortuna di capitare con quel 46,3% di partner protagonisti di phubbing a incarnare un irritante distoglimento dal display".
Insomma, accade un tale rovesciamento da far dire, paradossalmente ma non troppo: “La mia vita è diventata la principale distrazione dal telefono”.
Wired annota nello stesso articolo che "l’ecosistema in cui siamo immersi sta cambiando quasi sempre senza che ce ne rendiamo conto e sta costruendo mutamenti profondissimi nel modo in cui ci relazioniamo. Un lavoro chirurgico al quale non riusciamo a contrapporre un’ecologia decente, cioè una nuova grammatica delle relazioni con questi oggetti che tante opportunità producono ma altrettanti fronti spalancano negli equilibri quotidiani".
Stopphubbing.com è un sito che contrasta il phubbing.
Come questi due video (il secondo commerciale, ma a buon fine).
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