Un drone ha sorvolato il territorio fb di svariate persone più o meno conosciute.
Le istantanee ritraggono un paesaggio desolante, con il social(?) network a far da mediocre surrogato di inesistenti rapporti sociali. Molte case abbandonate si stagliano come inerte ferraglia nella quale s'impigliano messaggi mestamente portati dal vento, segno d'una moda "obbligata" e poi tralasciata. In altri isolati, viceversa, la masturbazione per contabilizzare le amicizie, spesso virtuali, fa rimpiangere la collezione, reale, delle figurine Panini. Salvo interessanti eccezioni - e ve ne sono - tra i detriti di questo (a)social network spuntano frasi smozzicate e stereotipate volte a dimostrare l'esistenza di una qualche forma di vita. Nella gabbia grafica uniforme pascola l'omologazione; l'acme è stato raggiunto durante le recenti festività, quando lo scambio di auguri con cartoline trash e banali jingle ha fatto sembrare i cinepanettoni mirabolanti e spericolate sperimentazioni d'autore. Per diverso tempo qualcuno ha pensato anche di fare la rivoluzione su fb, sbertucciando il vecchio potere governativo. Supremo atto d'eroismo: come giocare alla guerra con la fionda sfondata, in attesa della merenda della mamma.
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