mercoledì 1 ottobre 2014

We are here



Così Alicia Kays ha presentato la sua ultima canzone, pensando al figlio che verrà.

"Mentre mi preparo a dare alla luce una nuova vita, non posso fare a meno di pensare al mondo nel quale la sto per portare. Non importa da dove veniamo, quando vediamo lo stato del mondo oggi, sentiamo tutti una frustrazione crescente ed il desiderio di fare la differenza. E tutti noi abbiamo una voce – abbiamo solamente bisogno di sapere come farla sentire.
Ho una visione che credo sia più di un sogno, che so che potrebbe essere la nostra realtà. Credo in una comunità mondiale costruita sul vero significato della parola uguaglianza – nella quale tutti siamo considerati un popolo, indipendentemente da razza, religione, genere, provenienza geografica, credo o orientamento sessuale. 
Penso che tutte le nostre voci dovrebbero essere sentite, in modo che il sistema che ci rappresenta rifletta la nostra popolazione. Abbiamo bisogno che i nostri gruppi dirigenti rispecchino un giusto equilibrio dei doni che sia gli uomini che le donne hanno da offrire. 
Credo in un mondo in cui ogni bambino che nasce riceve un’educazione di qualità – nel quale i doni unici di ciascuno di loro vengano alimentati in maniera che essi possano essere una presenza benefica in questo mondo. 
Credo nel rispetto reciproco e nella cooperazione tra tutti i popoli e le nazioni. E’ arrivato il momento di porre fine a tutte le forme di ingiustizia razziale nei confronti di tutte le persone di colore. 
Credo nella fine dell’industria delle prigioni private in America, e in un sistema giudiziario rinnovato, basato sull’equità e la verità. 
Credo in un sistema sanitario globale basato sulla medicina integrativa, in modo che i nostri corpi siano riconosciuti e trattati come un unico sistema, e possiamo contribuire a controllare la diffusione di malattie come l’AIDS, la malaria, la TBC e l’Ebola. 
Credo che abbiamo la facoltà di porre fine alla povertà, all’oppressione, e alla mancanza di speranza, che spesso alimentano la disperazione, il terrore e la violenza. 
Credo nella Pace, nell’Amore e nell’Unità. Credo che questa visione possa diventare una realtà".

Oltre al video, "We are here" è qui sotto insieme a "No one" di qualche anno fa.

We Are Here by Alicia Keys on Grooveshark No One with by Alicia Keys on Grooveshark

giovedì 25 settembre 2014

Mio adorato amore...



La freddezza di quei numeri dati al Tg, per raccontare l’ennesimo naufragio di migranti nel Mediterraneo, ha il potere di anestetizzare le menti, al punto da non pensare più che dietro quelle cifre si nascondano persone. Persone con una vita, una famiglia, legami, peculiarità, normali tic nervosi, con chissà? dei soprannomi, doti particolari. Studenti eccelsi, ottimi operai, militanti politici, sportivi o persone comuni. Non è facile pensare che chi viva lontano da noi possa avere qualcosa che ci assomigli! 
Poi ti ritrovi a leggere pezzi di carta scritti da loro, durante quella maledetta traversata, quella che pagheranno con la stessa vita, oppure all’arrivo in Libia o poco prima di salire sui ‘barconi della morte’ che li porteranno in Italia, in Grecia o a Malta, e ti rendi conto che quei migranti siamo noi, che dietro ai numeri ci sono volti, sorrisi e lacrime. 
Sono messaggi mai arrivati a destinazione, poiché il mare ha inghiottito questi uomini insieme con i loro sogni, le loro speranze, e adesso, quasi a volerli ricordare, ci restituisce queste piccole memorie, di paura e di amore. 
Samir, giovane egiziano, tra i 20-25 anni, arrivato cadavere a Pozzallo: 

“Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir”.

Anche George, di probabile origine liberiana, al suo arrivo in Libia, sente che la sua vita sta per cambiare, così promette alla sua amata un futuro migliore, lontani dalla guerra, insieme: 

“Amore mio, finalmente sono arrivato. La vita comincia adesso, spero di tornare per portarti con me e vivere insieme lontani dalla guerra. Ti amo”. 

E il bisogno di scrivere alla propria donna, di lasciarsi andare ad un pensiero dolce, accogliente, spinge un migrante ad appuntarsi poche parole anche, in dialetto eritreo, su un pacchetto di sigarette, ritrovato da una giornalista del New York Times: 

“Volevo essere con te. Non osare dimenticarmi. Ti amo tantissimo, il mio desiderio è che tu non mi dimentichi mai. Stai bene amore mio. A ama R “.

da  http://iljournal.today/

giovedì 11 settembre 2014

Bellezze in Toscana


Opera d'arte


Viale dei pomodori


Benessere


Silenzio

clicca sulle foto per ingrandirle

martedì 2 settembre 2014

Divertissement

Nel 2010  furono in molti a notare la voluta somiglianza di "Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)" degli Arcade Fire con "Heart of Glass" (1978) dei Blondie.

Heart of Glass by Blondie on Grooveshark Sprawl II (Mountains Beyond Mountains) by Arcade Fire on Grooveshark

Qualche mese fa, in un concerto degli Arcade Fire i due pezzi sono stati eseguiti, uno dietro l'altro, con la partecipazione di Debbie Harry, voce e anima dei Blondie.



Qui il mush up delle due canzoni.

domenica 24 agosto 2014

Sla, secchi d'acqua e fiera della vanità


Secchi vecchi e cinismi nuovi

Ha ragione Roberto D'Agostino: "E' un autospot formidabile, un selfie all’ennesima potenza, sta diventando l’unico tormentone di un’estate senza tormentoni... Straordinaria beneficenza per chi lo fa, e si posta in rete. La secchiata d’acqua in testa fa subito simpatia. Ma diciamo la verità: nessuno parla più della Sla, la malattia se la sono già dimenticata tutti. L’Ice Bucket è autopromozione allo stato puro spacciata per altruismo." 
E prosegue sarcasticamente sul suo sito: "Affetti da cinismo di massa, aspirando a vivere in divina pubblicità, succede che politici, divi televisivi, canzonettari da balera, grandi firme della moda, scrittori e giornalisti, hanno scoperto la beneficenza come alibi per creare gigantismi autopromozionali. Una luccicante e pacchiana kermesse dove tutto, malato di Sla compreso, fa spettacolo. Non è carità: è tornaconto. Come rubare i soldi dal piattino della cieca. Nel senso che offrono poco "cash", ma ricevono molti "flash"." 

Infatti, in Italia pochissimi di quelli che si sono messi in mostra hanno versato qualcosa di tangibile per sostenere la ricerca contro la Sla, come sostiene l'Associazione Aisla. Mentre gli ultimi governi hanno continuamente tagliato le risorse del fondo per la non autosufficienza.

Come si legge nel sito dell' Aisla, la Sla "ha una caratteristica che la rende particolarmente drammatica: pur bloccando progressivamente tutti i muscoli, non toglie la capacità di pensare e la volontà di rapportarsi agli altri. La mente resta vigile, ma prigioniera in un corpo che diventa via via immobile."
La testimonianza di un malato sul "Messaggero" di oggi.
  

giovedì 21 agosto 2014

From Scotland with love


"Something to believe in" (2014) King Creosote

Inizia con "Qualcosa in cui credere" la raccolta "From Scotland from love", l'ultimo lavoro di King Creosote (nome d'arte di Kenny Anderson) che fa da colonna sonora all'omonimo documentario di sole immagini di repertorio con il quale viene narrata la Scozia del Novecento.

Qui sotto il video ufficiale di un'altra canzone dello stesso album, sulle immagini del film.


"For one night only" (2014) King Creosote

Il film mostra la vita quotidiana delle persone: amore, sconfitte, guerra, resistenza, emigrazione, lavoro, gioco.

Come ha scritto Ondarock.it "il momento più intenso dell’album è affidato al fervore politico e sociale di “Pauper’s Dough”, un potente crescendo corale dall'incedere fiero, che si staglia con forza sulle immagini e sulla musica, in un raro esempio di folk privo di dimensione temporale ma inesorabilmente legato alla voglia di riscatto e giustizia sociale". Ecco la canzone.


"Pauper's Dough" (2014) King Creosote

Qui sotto, il breve ma significativo trailer ufficiale, nel quale "Pauper's Dough" si accompagna alle giuste immagini del film.



martedì 19 agosto 2014

Un like non è partecipazione



Toh, il grande quotidiano "Repubblica" se ne accorge dopo anni. Ed accenna ad un'autocritica.

"Nulla piace di più agli adulti con smartphone che fare la rivoluzione senza uscire dal pigiama. Superata l'adolescenza, età in cui li si usa per obiettivi concreti quali chiedere che Justin Bieber faccia un concerto dalle nostre parti, i social network vengono restituiti alla loro più irresistibile vocazione: quella di lotta e di divano. Un "mi piace" di qua, un cancelletto di là, e prima ancora del caffè già ci sentiamo politicamente impegnati: prendendoci il solo disturbo di un hashtag, che riuscirà là dove i mediatori di pace hanno fallito; o di un like che, si sa, è partecipazione".


Il resto dell'articolo di qualche giorno fa è qui.

lunedì 11 agosto 2014

Bobby Jean



Bobby Jean [Live] [1984] by Bruce Springsteen on Grooveshark
"Bobby Jean" (1984) Bruce Springsteen - live

Beh, passai da casa tua l'altro giorno
Tua madre disse che te ne eri andato
Disse che non c'era nulla che avrei potuto fare
Non c'era nulla che nessuno avrebbe potuto aggiungere
Io e te ci conoscevamo sin da quando eravamo sedicenni
Speravo che l'avrei saputo
Speravo che ti avrei potuto chiamare
Soltanto per dirti ciao, Bobby Jean

Eri rimasto attaccato a me quando tutti gli altri si voltavano, storcevano il naso
Amavamo la stessa musica, amavamo le stesse bands, amavamo gli stessi vestiti
Ci dicevamo l'un l'altro che eravamo i più sfrenati
La cosa più folle che avessimo mai visto
Beh, speravo che l'avrei saputo
Speravo che ti avrei potuto chiamare
Soltanto per dirti ciao, Bobby Jean

Camminavamo nella pioggia parlando della paura che avevamo nascosto al mondo
Adesso non c'è nessuna persona, nessun luogo, nessuno mi capira' mai come facevi tu
Può darsi che tu sia qua fuori o in quella strada da qualche parte
In qualche autobus o treno viaggiando lontano
In qualche stanza di un motel dove ci potrà essere una radio che suona 
e tu mi ascolterai cantare questa canzone
Beh, se è così sappi che sto pensando a te
E a tutte le miglia tra noi
E ti sto giusto chiamando un'ultima volta
Non per farti cambiare idea
Ma solo per dirti che mi manchi amico
Buona fortuna, addio
Bobby Jean

sabato 26 luglio 2014

Mogway


"The Lord Is Out of Control" (2014) Mogway

Gli alfieri del post-rock in questi giorni in Italia.