domenica 24 agosto 2014

Sla, secchi d'acqua e fiera della vanità


Secchi vecchi e cinismi nuovi

Ha ragione Roberto D'Agostino: "E' un autospot formidabile, un selfie all’ennesima potenza, sta diventando l’unico tormentone di un’estate senza tormentoni... Straordinaria beneficenza per chi lo fa, e si posta in rete. La secchiata d’acqua in testa fa subito simpatia. Ma diciamo la verità: nessuno parla più della Sla, la malattia se la sono già dimenticata tutti. L’Ice Bucket è autopromozione allo stato puro spacciata per altruismo." 
E prosegue sarcasticamente sul suo sito: "Affetti da cinismo di massa, aspirando a vivere in divina pubblicità, succede che politici, divi televisivi, canzonettari da balera, grandi firme della moda, scrittori e giornalisti, hanno scoperto la beneficenza come alibi per creare gigantismi autopromozionali. Una luccicante e pacchiana kermesse dove tutto, malato di Sla compreso, fa spettacolo. Non è carità: è tornaconto. Come rubare i soldi dal piattino della cieca. Nel senso che offrono poco "cash", ma ricevono molti "flash"." 

Infatti, in Italia pochissimi di quelli che si sono messi in mostra hanno versato qualcosa di tangibile per sostenere la ricerca contro la Sla, come sostiene l'Associazione Aisla. Mentre gli ultimi governi hanno continuamente tagliato le risorse del fondo per la non autosufficienza.

Come si legge nel sito dell' Aisla, la Sla "ha una caratteristica che la rende particolarmente drammatica: pur bloccando progressivamente tutti i muscoli, non toglie la capacità di pensare e la volontà di rapportarsi agli altri. La mente resta vigile, ma prigioniera in un corpo che diventa via via immobile."
La testimonianza di un malato sul "Messaggero" di oggi.
  

1 commento:

La Vale ha detto...

Bè, certo, è molto comodo farsi belli sul web, poi dare qualche soldo è un'altra cosa.