"... Paradossalmente, molti di questi delitti passionali non sono altro che il sintomo del "declino dell'impero patriarcale". Come se la violenza fosse l'unico modo per sventare la minaccia della perdita. Per continuare a mantenere un controllo sulla donna. Per ridurla a mero oggetto di possesso. Ma quando la persona che si ama non è altro che un oggetto, non solo il mondo relazionale diventa un inferno, ma anche l'amore si dissolve e sparisce. Certo, quando si ama, si dipende in parte dall'altra persona. Ma la dipendenza non esclude mai l'autonomia. Al contrario, talvolta è proprio quando si è consapevoli del valore che ha per se stessi un'altra persona che si può capire meglio chi si è e ciò che si vuole. Come scrive Hannah Arendt in una lettera al marito, l'amore permette di rendersi conto che, da soli, si è profondamente incompleti e che è solo quando si è accanto ad un'altra persona che si ha la forza di esplorare zone sconosciute del proprio essere. Ma, per amare, bisogna anche essere pronti a rinunciare a qualcosa. L'altro non è a nostra completa disposizione. L'altro fa resistenza di fronte al nostro tentativo di trattarlo come una semplice "cosa". È tutto questo che dimenticano, non sanno, o non vogliono sapere gli uomini che uccidono per amore. E che pensano di salvaguardare la propria virilità negando all'altro la possibilità di esistere.
"Perchè gli uomini uccidono le donne", Michela Marzano, la Repubblica 14 luglio 2010 L'articolo completo
Marzano parla di "mero oggetto di possesso". Una storia antica, che negli ultimi decenni nella nostra società era stata svelata e combattuta. L''inviolabilità del corpo femminile, almeno nel discorso pubblico, era così riconosciuta, assai meno nell'ambito privato - tra le pareti domestiche le violenze sulle donne sono rimaste altissime. Ma a forza di piccole e all'apparenza inoffensive dosi iniettate quotidianamente specie attraverso la tv, l'idea dell'oggetto ha ripreso forza ed è tornata tristemente normale.
Lo documenta "Il corpo delle donne", di Lorella Zanardo, un video di 24' con immagini tratte da trasmissioni che guardiamo tutti i giorni, senza vedere l'immagine grottesca, volgare, umiliante delle donne. Un oggetto da possedere, financo da violare, all'ultimo stadio da sopprimere.
1 commento:
Non concordo: non si tratta di declino del patriarcato, ma di un sintomo della sua attuale virulenza.
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