sabato 30 luglio 2011

Sole


"Sole rosso" Joan Miró



Un'aria anni sessanta che parte dai Beach Boys, attraversa gli Housemartins ed arriva nell'estate pop 2011 dei marchigiani Karibean.

mercoledì 27 luglio 2011

Penguin Cafe Orchestra


"Air à danser" (1982)


"Perpetuum mobile" (1987)

"Music for a found harmonium" (1984)

"Musica eccentrica, affascinante, sorprendente, conciliante, seduttiva, calda, affidabile, modesta e indimenticabile: ipse dixit Brian Eno, uno degli amici più fedeli dell'Orchestra".

giovedì 21 luglio 2011

Ragazzo


Genova, 20 luglio 2001





"Ragazzo triste" (1966) Patty Pravo

Ma un giorno spero cambierà

venerdì 15 luglio 2011

Non c'è nulla che sia più ingiusto...



"Non c’è nulla che sia più ingiusto
quanto far parti uguali fra disuguali"

"Lettera ad una professoressa" Scuola di Barbiana,1967




"Cara Maestra" (1963) Luigi Tenco

Accade oggi in Italia. Chi governa intende risanare (?) i conti sforbiciando brutalmente con i cosiddetti tagli lineari, uguali per tutti, quindi profondamente disuguali. Contemporaneamente l'Istat dice che la povertà aumenta "Otto milioni di italiani in bilico".
C'è qualcosa di immorale: chi ha la pancia piena pretende il digiuno da chi ha la pancia vuota.

venerdì 8 luglio 2011

Flogging Molly e l'oscurità della crisi


"Float": clicca sulla foto per ingrandirla

Vi ricordate l'incantevole omino protagonista di
"Float" dei Flogging Molly?
Un suo simile è presente al termine del video "Don't Shut 'Em Down", la canzone che apre l'ultimo cd della band celtic/punk statunitense.
"Speed of darkness" è un concept album dalle differenti sonorità, che affronta a muso duro la crisi economica mondiale e le sue oscurità.


"The power's out" (2011) Flogging Molly


"Dont shot 'em down" (2011) Flogging Molly



"This present state of Grace" (2011) Flogging Molly

Una recensione del disco.

martedì 5 luglio 2011

Buongiorno, per sentirsi meno soli



«Quando incontro qualcuno, da solo, mi è difficile fingere di non vederlo. Distogliere lo sguardo. Ma poi perché? Allora saluto con un cenno, con un buongiorno. Un "ciao", quando si tratta di persona conosciuta. Serve a stabilire una relazione. Un legame. Nulla di vincolante. Ma la persona con cui hai "scambiato" il saluto - dopo - non è più un "altro". Diventa un "prossimo". Magari non troppo "prossimo". Perché il "prossimo" è qualcuno che ti sta vicino dal punto di vista della distanza non tanto (solo) fisica, ma emotiva e cognitiva. La persona che saluti diventa qualcuno che "ri-conosci" anche se non lo conosci.
Qualcuno che, a sua volta, ti ri-conosce, per reciprocità. Un "quasi" prossimo. Un "non estraneo". Un cenno di saluto serve, dunque, a tracciare un perimetro dentro il quale ti senti maggiormente a tuo agio.
...
Abitanti di questo mondo senza relazioni e senza società, guardano ma non vedono. E non ascoltano. Temono chi si avvicina troppo. (E non è un caso che gli "stranieri" suscitino imbarazzo e fastidio. Al di là di ogni altro problema: ci "avvicinano" e ci danno del tu).
Il prossimo, ha scritto Luigi Zoia, è morto da tempo. Sostituito da surrogati elettronici, che offrono mediazioni mediatiche infinite. Promuovono rapporti indiretti e im-personali. Apatici invece che empatici. Ma io non mi rassegno e continuo, continuerò a cercarlo. Il prossimo. A costruirlo, raffigurarlo. Intorno a me, almeno. Il prossimo. Anche se ridotto a un saluto, un cenno del capo. Non rinuncerò a guardare gli "altri" in faccia. Per egoismo. Per non sentirmi circondato "solo" da "altri". Cioè, per sentirmi meno "solo".»

Il sociologo Ilvo Diamanti prosegue la sua riflessione sull'Italia di oggi. «L'importanza del "Buongiorno". Salutare ci fa sentire meno soli» è estratto dall'edizione ampliata e aggiornata del "Sillabario dei tempi tristi", raccolta di articoli pubblicati su "la Repubblica".