giovedì 31 dicembre 2009

Salta



Salta quel muro
Salta la fame, la fune, il fucile
Salta, gioca, ridi, cammina
Salta sul sole

- Foto di Valerio Bispuri


- "Seven seconds" (1994) Youssou N'Dour & Neneh Cherry il testo

- Provate voi il post del 31 dicembre di un anno fa.

domenica 27 dicembre 2009

Oltre il giardino



Peter Sellers (Chance Giardiniere) "interpreta una favola gentile sulla semplicità di cuore fraintesa e non più captata come tale dagli uomini, sulla disarmante stupidità del potenti, sulla manipolazione che i mass-media operano nelle coscienze, sull'incapacità di accogliere le verità più elementari e pure senza ricercarne sottintesi ambigui e furbeschi e quindi ritenuti potenzialmente pericolosi, da neutralizzare, assorbire e magari sfruttare".


"Oltre il giardino" (1979) Hal Ashby

martedì 22 dicembre 2009

Il sipario strappato

Questa è una storia italiana.

Migliaia di lavoratori di un'azienda di information technology, ricca di commesse pubbliche, precipitano nel baratro. Da mesi lavorano e non riscuotono lo stipendio; per protesta occupano la sede romana della Agile (ex Eutelia).




Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2009, un gruppo di vigilantes - guidati dall'ex amministratore delegato dell'azienda - effettua un blitz nella sede, spacciandosi per poliziotti. Sul luogo era presente l'inviato di Crash Federico Ruffo che riprende la scena. Le sue immagini entrano immediatamente nel circuito mediatico dell’informazione: il sipario si strappa, tutti i media sono costretti a parlare della situazione di quei lavoratori.



Da quelle immagini parte un servizio di Emilio Casalini e Federico Ruffo che parla di rabbia, solidarietà, speranza: "Ex Eutelia, la storia vera". il servizio di Rai Crash

A sostegno dei lavoratori ex Eutelia si impegnano diversi artisti, sulla scia di un'esperienza realizzata dai Têtes de Bois con "Avanti pop", un disco nato davanti le fabbriche, i call center, nei campi di pomodori, un viaggio-concerto a bordo del vecchio camioncino Fiat 615 del 1956 - da sempre emblema del gruppo - in luoghi nei quali la dignità dei lavoratori è stata violata e poi riscattata.



"Avanti pop" (2007) Têtes de Bois, in mp3

venerdì 18 dicembre 2009

Curare


"La cura" (1966) Franco Battiato

lunedì 14 dicembre 2009

Arancia blu


Malesia: uomini e animali si rifugiano nell'unico lembo di terra risparmiato dall'alluvione nel villaggio di Jeram Perdas.

La nuova guerra mondiale
"Gli scienziati più preveggenti, quando descrivono l’evoluzione possibile dello sconquasso climatico, parlano di guerra. Guerre tra Stati, per metter le mani su acqua, combustibili, metalli scarseggianti. E poi una guerra più enorme, mai vista, nella quale siamo già immersi come responsabili e vittime. Una guerra che impone revisioni radicali: nel modo in cui viviamo, pensiamo, diciamo; nell’idea che ci facciamo della democrazia, dell’economia. Michel Serres, il filosofo francese che insegna a Stanford, parla di guerra mondiale, un termine apparentemente noto ma che per lui significa tutt’altro: questa volta il conflitto è mondiale perché ha per protagonisti l’umanità e il nostro pianeta, il mondo. Un conflitto anomalo, non tra Stati...
...La piaga degli esuli ambientali è scritta nel nostro futuro e non la cureremo erigendo muri e distruggendo la globalizzazione, ma approfondendola. Sono i rifugiati climatici, e non hanno lo statuto dato ai profughi politici nel ’900. Alieni, non hanno diritti e questo è imprevidenza oltre che scandalo. Sono apolidi di un nuovo tipo, inascoltabili perché non i dittatori li perseguitano ma la natura...
...La paura secerne anche chiusura smagata, cuore indurito: la frana dell’altro non mi riguarda, separarmene mi salverà. Nessuno però scampa se si prosciuga il lago del Ciad (di cui vivono 20 milioni di persone), o se sono inondati i grandi delta del Gange, del Nilo, del Mekong. La paura di Jonas è fertile: «Bisogna appropriarsi della paura trasformandola nel dovere di agire. La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando apprensione»...
...È pensare il futuro, il compito. Lo dice Machiavelli nel Principe, che sopravvivono solo le civiltà che prevedono discosto, lontano, come i Romani antichi: «Li quali, non solamente hanno ad avere riguardo alli scandali presenti, ma a’ futuri, et a quelli con ogni industria ovviare; perché, prevedendosi discosto, facilmente vi si può rimediare; ma, aspettando che ti si appressino, la medicina non è a tempo, perché la malattia è diventata incurabile»".
Barbara Spinelli, La Stampa, 6 dicembre 2009. Il testo integrale


Un'altra vita ha trattato il tema dei cambiamenti climatici in vari post, tra cui climate change-the age of stupid e riscaldamente globale.
Uniti contro la povertà e i cambiamenti climatici: qui un dossier.


La terra, come un'arancia blu, sorge e tramonta sull'orizzonte della luna.
Le immagini sono accompagnate da "What a Wonderful World" di Louis Armstrong. Il grande "Satchmo" si può vedere qui

giovedì 10 dicembre 2009

Rosetta


Emile Dequenne nel film "Rosetta" - clicca sulla foto per ingrandirla

Basta poco.
Una foto parla da sola e una frase ripetuta a mò di esorcismo è sufficiente ad indicare una scarna, ma fondamentale scala dell'esistenza.

"Tu ti chiami Rosetta. Io mi chiamo Rosetta. Tu hai trovato un lavoro. Io ho trovato un lavoro. Tu hai trovato un amico. Io ho trovato un amico. Tu hai una vita normale. Io ho una vita normale. Tu non finirai in un buco nero. Io non finirò in un buco nero. Buona notte. Buona notte".


"Rosetta" (1989) Luc e Jean Pierre Dardenne

"Rosetta vive con la madre alcolizzata in una roulotte ai margini di una qualsiasi città del Belgio, sempre in lotta con i lavori che vanno e vengono, i licenziamenti immotivati, le furbizie dei padroni, le ingiustizie subite sul posto di lavoro e la povertà, quella vera. Corre sempre, Rosetta, coi suoi scarponcini, tra il lavoro e la sua immobile casa su ruote, tra il tentativo di guadagnarsi da vivere e la madre da accudire, tra il sogno di una vita decente e la necessità orribile di tradire per poter sopravvivere nella giungla della miseria." Irene Bignardi

domenica 6 dicembre 2009

Senza velo


clicca sulla foto per ingrandirla: è bellissima

Una bambina si scioglie il velo e lo fa volare al vento, come fosse un aquilone. Nel cielo di Kabul.
Senza veli e talebani, senza signori della droga e della guerra, senza occupazioni militari. In pace.

"Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri" Khaled Hosseini

mercoledì 2 dicembre 2009

Raccontata con la sabbia


Kseniya Simonova (2009) Ucraina

Ad una trasmissione della tv ucraina, una ragazza racconta storie con le proprie mani e una superficie illuminata ricoperta di sabbia.
Inizialmente la giovane disegna un paesaggio sotto le note di Nothing Else Matters dei Metallica suonato in violoncello dagli Apocalyptica.
In seguito i paesaggi e le scene vengono plasmate con rapidi movimenti delle mani che tolgono o aggiungono sabbia al "quadro", il tutto seguendo l'apprezzabile colonna sonora.
La storia raccontata con la sabbia parla dell'invasione tedesca del 1941.